Morin ci ha insegnato che “il metodo della complessità richiede di pensare senza mai chiudere i concetti, di spezzare le sfere chiuse, di ristabilire le articolazioni fra ciò che è disgiunto, di sforzare di comprendere la multidimensionalità, di pensare con la singolarità, con la località, con la temporalità, di non dimenticare mai le totalità integratrici”.
Riteniamo che i concetti d’integrazione e, come suo epifenomeno, continuità abbiano rappresentato gli obiettivi sottostanti a tutte le innovazioni attuate nelle organizzazioni.
In campo sanitario l’obiettivo è quello di ridurre la frammentazione nell’erogazione dell’assistenza attraverso il potenziamento del coordinamento e della continuità della cura all’interno e tra le diverse istituzioni variamente coinvolte nell’assistenza dei pazienti con problemi complessi
Per quanto riguarda le tipologie d’integrazione rispetto alla tipologia degli operatori e/o delle strutture eroganti possiamo parlare di integrazione tra:
- Diverse professioni (es. Equipe sala operatoria)
- Diverse discipline (es. Coordinamento tra reparto degenza/laboratorio analisi/servizi radiologia)
- Diversi livelli essenziali di assistenziali (es. Dimissioni protette, continuità ospedale-ospedale di comunità)
- Diversi settori assistenziali (es. Tra strutture sanitarie e sociali: integrazione sociosanitaria)
Rispetto al bisogno dell’utente e alla sua complessità si può utilizzare la “classificazione” di Leutz (Figura 1) che in merito all’integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali individua tre gradi di integrazione:
- Linkage: relazioni funzionali semplici tra servizi diversi, con un approccio all’integrazione che richiede pochi cambiamenti e che opera nel contesto degli attuali sistemi frammentati;
- Coordination: attua un ribilanciamento e un’integrazione del sistema attraverso la creazione di una terza infrastruttura e meccanismi appositamente definiti, in cui soggetti/organizzazioni diverse mantengono la propria autonomia, ma si coordinano in modo sistematico per consentire di superare il divario tra la pluralità di servizi e gli utenti, senza stravolgere il sistema esistente.
- Full integration: implica un’organizzazione unitaria e una modalità di governo centralizzata, che riguarda la completa revisione e il consolidamento di tutte o della maggior parte delle responsabilità, delle risorse e dei finanziamenti esistenti. È rivolta prevalentemente a particolari gruppi di soggetti.
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